“Se sei perso nel tuo canto, sei perso nel nadabrahma, sei perso nel suono senza suono.” Osho

La Nadabrahma è un’antica tecnica tibetana, usata da secoli per centrarsi. Si pratica da seduti, si usa la voce e si fanno alcuni movimenti con le braccia con l’aiuto di una musica molto bella.

Nella società moderna, meditare è uno dei metodi più usati per placare la mente e gli stati d’ansia, trovare la concentrazione, approfondire la coscienza di sé, migliorare la propria energia. Alla luce delle moderne ricerche scientifiche, l’uomo è riuscito a comprendere il rapporto tra fisico e mente e a cogliere i molti benefici della meditazione anche a livello razionale.

La meditazione secondo il maestro Osho, un grande filosofo e maestro spirituale indiano,  è uno stato naturale dell’essere, un qualcosa che si è perso negli anni, ma che può essere recuperato attraverso la pratica. Dal momento che la meditazione Osho non rappresenta un metodo particolarmente complicato o mistico, essa è tra le scelte migliori e vincenti per chi si approccia alla meditazione per la prima volta.

Secondo Osho, la pratica della meditazione porta l’individuo ad uno stato di presenza di sé profondo, di piena consapevolezza del proprio silenzio interiore, è un qualcosa che porta “oltre la mente”. Non va spiegata con grandi parole, da frasi specifiche o esaustive, va solo sperimentata: è un’esperienza in cui la mente, il pensiero, vengono trascesi, oltrepassati.

Nonostante spesso la pratica della meditazione sia legata alla ripetizione di un mantra, di un ciclo, di qualcosa che favorisca la concentrazione, per Osho il concetto cardine è proprio l’opposto, ossia meditare è proprio non fare nulla e saper stare in quel fare nulla. Cosa molto difficile per chi, nato e cresciuto nella società occidentale, è abituato a ritmi serrati e ad una sensazione di obbligo nel dover fare qualcosa.
Le tecniche di meditazione di Osho vanno incontro a quelli che risultano essere i vari bisogni dell’uomo moderno, che fatica a trovare le condizioni tradizionali ideali per la meditazione, come il silenzio, uno spazio confortevole senza distrazioni, la concentrazione.

Secondo il Nada Yoga l’universo materiale e quello mentale, psichico ed intellettivo sono nati dal Nada Brahma.
La parola Nada si traduce con suono, tono, rumore, urla e grida. Nada comprende tutto ciò che è udibile.
Il termine Brahma deriva dalla radice sanscrita “brh” che significa crescere, vale a dire l’unità di ciò che è, la creazione, il cosmo

Samadhi  ti proponiamo la Meditazione Attiva del Suono che si pratica seduti, ad occhi chiusi, attraverso dei movimenti  ed emissioni di un suono. Nel fare ciò la totale assenza di pensiero, per poi sdraiarsi e rimanere “nel nulla” 

Ti aspettiamo!

PRENOTAZIONI ENTRO giovedì 8 febbraio